Le “Rural Women” sannite fanno rete per l’agricoltura sostenibile

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Da Torrecuso ai Balcani, le “rural women” dell’associazione sannita “Gramigna” fanno rete con realtà affini e solidali balcaniche. Obbiettivo: promuovere il consumo di alimenti locali e di qualità prodotti da piccoli produttori ma anche attuare un processo di supporto all’auto imprenditorialità delle donne delle aree rurali

Si è tenuto a fine marzo a Torrecuso il “Multiplier Event” del progetto RWSFF (Rural Women for Sustainable Food and Farming). Il progetto è nato all’interno del programma Erasmus+ dell’Unione Europea e ha visto coinvolte, per due anni, l’associazione “Gramigna” di Torrecuso, “Edufons” (Serbia), “Istrian de Dignan” (Croazia) e IED (Grecia). L’azione destinata alle politiche di educazione degli adulti ha visto, come gruppo target, quello delle donne delle aree rurali. Con questo progetto, le organizzazioni partner si sono occupate di promuovere gli SDGs (Obiettivi di sviluppo sostenibile), promuovere lo sviluppo rurale, con particolare attenzione alle donne, ma a beneficio dell’intera comunità rurale.

Sono temi affrontati in tante occasioni e da tanti progetti. Per tal ragione si è provato a dare un taglio diverso da quello usuale. Le azioni fondamentali sono state tre: 1. Realizzazione di un portale tramite il quale le “rural women” possano incontrarsi, scambiarsi buone pratiche e provare a collaborare, creando un vero e proprio “network delle donne rurali”; 2. Realizzazione di una guida per la proposta ed il rafforzamento dell’economia rurale locale, che ha visto anche la partecipazione di 40 casi studio, di cui 10 italiani e 3 della provincia di Benevento; 3. Realizzazione di 4 moduli formativi che hanno trattato di autoimprenditorialità, finanziamenti comunitari, marketing, canali alternativi di vendita e questioni di genere legate all’agricoltura.

All’evento hanno partecipato 35 persone durante l’arco della giornata: figure istituzionali, tra cui il Sindaco di Torrecuso, la vice presidente della CIA di Benevento e presidente di AGIA (Associazione Giovani Agricoltori), educatori, donne impegnate in agricoltura o in altri settori in aree rurali. Vi è stata una grande partecipazione anche al dibattito generato dal racconto del progetto. Soprattutto ci si è concentrati sulle difficoltà delle donne a partecipare alla vita del mondo rurale, soprattutto a livello imprenditoriale, sia per questioni culturali, che per difficoltà pratiche: la mancanza di sostegno alla maternità, i pochi servizi presenti sui territori, una visione che vede spesso le donne come figure non centrali delle attività agricole e una visione culturale che è dura a morire. Vi sono stati gli interventi di imprenditrici agricole, di esperti di agricoltura di precisione (vista come un campo da sviluppare per il supporto alla qualità della vita degli abitanti delle aree rurali), di esperti di marketing e di politiche commerciali.

Tra le criticità emerse, una delle fondamentali è stata quella della visione della donna come figura con responsabilità solo formali, al sol fine di ottenere maggiori opportunità e finanziamenti. Ciò viene sicuramente favorito dalla demagogia di alcune organizzazioni agricole del nostro paese, che raccontano di un’agricoltura “rosa”, laddove tutto ciò è molto lontano dalla realtà. Donne che non partecipano alla vita delle aziende, che spesso si trovano a guidarle formalmente. Per i contenuti del progetto è possibile visitare il sito www.ruralwomen.eu e le pagine social ad esso dedicate. L’ultima attività del progetto, sarà l’incontro che si terrà in Serbia il 12 e 13 aprile. Intanto, il partenariato, è già a lavoro per cercare nuove opportunità per sviluppare tali tematiche.

Donato De Marco