È uno dei luoghi più incontaminati e selvaggi del Sannio, dove le acque del fiume Tammaro scorrono limpide conservando lo stesso flusso per tutta la durata dell’anno.
C’è chi addirittura la beve da quando aveva dodici anni, come Cleto Fuschetto, ex ferroviere in pensione, ora volontario ambientale e sentinella di quella natura imponente e verdeggiante, dove per un attimo sembra di essere lontani dalla fascia subappenninica e di camminare in una sperduta foresta sudamericana vista in tv, dove è facile scorgere una lunga coda di serpente che lentamente scompare nella radura al rumore dei passi. Dopo “Ritorno alla Jomara”, “Sannio selvaggio – La morgia dell’inferno” è il terzo documentario di “Fare il bagno nel Sannio”, il racconto cominciato tre anni fa da bMagazine alla scoperta delle spiagge dell’entroterra sannita, dove, fortunatamente, esistono ancora testimoni di quella civiltà dei fiumi che sul Calore e sul Sabato sono andati ormai perduti.