“La casa nel mare”: l’uomo attore protagonista negli squilibri ambientali

La straordinaria nascita di centinaia di carapaci sbucati all’improvviso dalle sabbie elbane, battute all’epoca dai consueti turisti estivi, continua a far parlare di sé in un nuovo video-documentario a difesa delle tartarughe marine, “La Casa nel mare”, prodotto e sviluppato grazie alla collaborazione territoriale di due importanti enti e un’associazione: Il Parco nazionale arcipelago toscano, l’Istituto Giusti di Marina di Campo e Legambiente.

La Caretta Caretta, ormai simbolo totemico della lotta per la salvaguardia del mare e degli oceani, è oggi una specie vulnerabile a causa di un principale attore protagonista: l’uomo. In 150 anni abbiamo infatti prodotto 8,3 miliardi di plastiche, 6,3 dei quali sono rifiuti: bottiglie, sacchetti, imballaggi, stoviglie e cannucce finiscono negli oceani, dove hanno già creato grandi ammassi, e minacciano la fauna marina, finendo nella catena alimentare.

Le spiagge mediterranee e del mondo sono il feto materno delle tartarughine: qui si determina il sesso in base alla temperatura, da qui la specie muove i primi passi verso il mare, la casa della sua esistenza. Proteggere i nidi è quindi il primo atto empatico di fronte alla scellerata e insensata azione di inquinamento dell’uomo. Salvare la natura è salvare noi stessi. Quando una specie muore, quel manuale va perduto. In questo senso stiamo razziando una biblioteca: la biblioteca della vita.

Sono semplici ma determinanti le procedure da seguire in caso di individuazione di un nido di tartarughe, quest’ultime affidate alle voci degli alunni elbani: «Ci è sembrato giusto che fossero i giovanissimi di Marina di Campo, dove c’è stata la prima ed eccezionale nidificazione della tartaruga Federica, a spiegare come bisogna comportarsi in caso di avvistamento di una tartaruga o delle sue tracce», spiega Isa Tonso di Legambiente arcipelago toscano, a cui aggiunge: «I giovani ci sembrano i più adatti a trasmettere un messaggio con una forte carica emozionale come può essere l’avvistamento di una tartaruga marina. Ringraziamo il professore Michele Intorcia che è riuscito a coinvolgere fortemente i ragazzi e Alessandro Paolo Lombardo che ha montato il video.»

E proprio Lombardo, videomaker e collaboratore del Fatto Quotidiano e Il Mattino, raggiunto sui social per un commento a riguardo, dice che: «Siamo partiti dalla celebre nascita delle tartarughine a Straccoligno e abbiamo cercato di dilatare l’infinita poesia di quel momento, lavorando su suoni, immagini e parole in collaborazione con gli esperti di Legambiente Arcipelago Toscano. Il montaggio video ha la capacità di lavorare sugli opposti, di dividere e scomporre i fotogrammi per offrire una nuova idea di totalità. Una totalità in cui l’uomo, magari, possa interagire con l’ambiente senza spezzarne gli equilibri».

Mantenere questo “lirismo” significa per l’Isola d’Elba progettare il futuro di un turismo sempre più responsabile e consapevole della fragilità del pianeta e delle specie viventi. Diversi Comuni elbani hanno bandito la plastica monouso, secondo un rapporto degli ultimi giorni, invece, i Comuni di Portoferraio, Capoliveri e Marciana, rientrano tra i 98 più virtuosi della Toscana che hanno superato il 65% di raccolta differenziata nel 2018. C’è stata poi la mobilitazione degli studenti dell’isola per la giornata del clima, il #FridaysforFuture, l’adesione del Parco nazionale alla Settimana del Pianeta Terra, che si svolgerà dal 13 al 20 ottobre in tutta Italia, dedicata alla scoperta delle nostre risorse naturali e, infine, l’appello di Esa alla riduzione dell’uso di bottiglie di plastica a favore dell’uso di borracce in alluminio o acciaio, igieniche e riutilizzabili. Da qui l’iniziativa di Esa: una borraccia d’acciaio a tutti coloro che si attiveranno a raccogliere 50 bottiglie di plastica disperse nell’ambiente e le conferiranno nei centri di raccolta elbani di Esa in sacchi di plastica trasparenti. Sulle spiagge, come Fetovaia, è alta la sensibilizzazione in caso di nidificazione delle tartarughe.

La scuola di Marina di Campo vede quest’anno il ritorno del dirigente scolastico Enzo Giorgio Fazio, tra i presidi italiani che hanno aderito alla Rete scuole Green, al momento di formazione provinciale, e che ha come scopo la presa di coscienza da parte di molti paesi dell’insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo ambientale, economico e sociale e che ha portato alla definizione dei 17 obiettivi dell’Agenda 2030. Le scuole della rete credono che sia una priorità educativa far conoscere tali obiettivi e promuovere azioni volte allo sviluppo sostenibile e rispettoso dell’ambiente.

Un fronte compatto per la tutela ambientale che germoglia all’Elba, ma da un paio d’anni, però, nessuna tartaruga marina ha scelto l’Elba per nidificare. Come mai?

«Che dire – commenta Isa Tonso – le tartarughe marine sono esseri selvatici e fanno proprio ciò che le pare! Certamente le nostre spiagge sabbiose pesantemente antropizzate non sono proprio siti ideali di nidificazione. Ruspe alle cinque di mattina che ‘puliscono’ le spiagge, ripascimenti fuori tempo massimo, gente che fa casino sulla spiaggia tutta la notte e mille altre cose non aiutano certamente. Mi piace pensare che almeno una abbia nidificato in qualche spiaggetta selvaggia del nostro scoglio a nostra insaputa!»

E se le nidificazioni delle tartarughe marine rischiano di essere un fenomeno sempre più raro, nella vicina Isola di Montecristo, la stessa antropizzazione (pesca, rotte navali, e persecuzioni) ha portato all’estinzione, o forse allo spostamento di qualche ultimo esemplare di Foca monaca. Sembra un racconto esotico proveniente da una terra lontana, invece “il bue marino” era lì fino agli anni ’70, e nel giro di cinquant’anni abbiamo perso un altro manuale della biblioteca della vita.

Michele Intorcia