Apice Vecchia, “e ora andrebbe restaurata la cultura”

La riflessione di Michele Intorcia, cittadino e giornalista: “Apice Vecchia non è (più) un posto per libri e cultura”

Dopo l’inaugurazione del centro storico di Apice, nell’autunno scorso, il Castello dell’Ettore non ha visto ancora rientrare nelle sue stanze la Biblioteca comunale che anni prima occupava i suoi interni. Attualmente il fondo libraio, composto da circa cinquemila volumi, è prevalentemente collocato presso il centro sociale di Apice nuova, sotto la gestione della Pro Loco. Solo un centinaio di libri antichi si trova nel maniero. I volumi sono quindi passati dalle stanze di un Castello normanno, dove si viveva la suggestione di scrutare il vecchio borgo, i paesaggi e il cortile interno, al fabbricato di un centro polivalente dalle mura lattescenti in cui i libri sono conservati in armadietti obsoleti: luogo decisamente meno seducente per l’otium letterario.

La nascita di un progetto bibliotecario e museale ad Apice Vecchia fu voluta dall’ex sindaco Luigi Bocchino che, diversamente da quanto accade oggi, destinava cinque mila euro all’anno per la Biblioteca e i suoi servizi, come il prestito interbibliotecario (ora il tutto è a carico dell’utente). Un sistema per creare indotto di qualità nel borgo, offrendo un servizio ad abitanti, studenti e appassionati. In passato, c’era anche chi (sempre lo Stesso, in verità) pensava di coinvolgere nel recupero del centro storico le università, come quella di Venezia. Su tutt’altra lunghezza d’onda gli amministratori attuali che, invece, sembrano chiudere le porte del borgo in faccia alle università, anche quando queste vorrebbero collaborare gratuitamente (vedi la proposta dell’Università del Sannio, caduta nel vuoto). Ma i regali non devono piacere troppo all’attuale amministrazione di Apice Vecchia se la stessa non è riuscita a trovare (o non ha voluto cercare) una degna collocazione per una riproduzione in miniatura di Apice Vecchia costata dieci anni di lavoro e offerta alla comunità. La miniatura è stata rimandata al mittente (oggi avrebbe trovato posto presso un’attività privata di Calvi).

Tornando da piccole risorse turistiche tralasciate a suggestioni librarie accantonate, la biblioteca di Apice Vecchia, probabilmente, non tornerà più nel Castello normanno (ora sono prioritarie le cerimonie). Pochi anni fa si è dovuto persino rinunciare alla donazione di un importante fondo libraio che avrebbe potuto impreziosire la collezione già esistente. Forse che oltre ai regali siano sgraditi anche i libri? Si pensi che l’unica libreria del paese è stata per anni in lotta con il Comune (sempre sotto l’amministrazione Albanese) affinché l’Ente eliminasse una controversa gara d’appalto sui libri di testo per le elementari. Dopo quattro denunce presentate alla Procura della Repubblica dalla proprietaria della libreria, intervenne sulla questione anche l’Associazione Librai Italiana (Ali) che nel 2011, attraverso il responsabile del settore scolastico Piero Fiechter e il presidente Paolo Pisanti, scrisse al comune invitando l’Ente «a volere cortesemente riesaminare l’opportunità di indire gare per un prodotto per il quale le disposizioni ministeriali hanno seguito un iter ben preciso, basato sullo spirito che tende a salvaguardare anche l’economia della rete distributiva libraria, la quale garantisce il prezioso servizio di assistenza alle famiglie durante tutto l’anno».

Insomma, incrociando alcuni episodi emblematici, e magari certe “disattenzioni” già rilevate da bMagazine in riferimento alle modalità di “recupero” e riapertura di Apice Vecchia, viene da pensare che il rapporto dell’attuale amministrazione di Apice con i libri e la cultura non sia proprio idilliaco. Nell’attesa di un segnale forte dell’amministrazione, in grado di sconfessare questo timore, speriamo di trovare più spesso aperto l’atrio del Castello Normanno, quantomeno durante le feste. Modesta consolazione per evitare che il paese, anziché riflettere su biblioteche e collezioni, finisca per “collezionare” brutte figure con visitatori incauti e ipotetici turisti.

Michele Intorcia
01.02.2017