È noto l’aneddoto del filosofo Diogene che, nell’antica Grecia, girava di giorno con una lanterna in mano e alla domanda su cosa stesse facendo rispondeva: “cerco l’uomo”. Con la stessa dedizione e passione di Diogene, in questi giorni monopolizzati dall’emergenza Coronavirus, una moltitudine di persone cerca l’untore.
Una ricerca spasmodica e irrazionale, urlata a squarciagola sui social e caratterizzata da un’intolleranza estrema con richieste di repressioni esemplari (per il corridore solitario o l’uomo a passeggio). Le comprensibili politiche governative a tutela della salute pubblica, che incitano a restare a casa, assumono tra i cittadini quel sapore di Medioevo con quel pizzico di fascismo, che in Italia, si sa, è sempre seducente. Ma è proprio in questi periodi, in cui prevale tra i cittadini la paura e la ragione è offuscata, che la politica dovrebbe far da guida razionale tranquillizzando la popolazione con una comunicazione chiara. Troppo spesso sembra, invece, che questa paura venga fomentata e cavalcata. La percezione di un pericolo, già di per sé spaventoso, è amplificata all’ennesima potenza.
Sindaci di comuni con poco più di mille abitanti e zero contagi si aggrappano all’emergenza per mostrarsi uomini forti al comando, vantandosi di posti blocco insensati che controllano persone che passeggiano in solitudine, in paesi quasi deserti. Si susseguono comunicati stampa con maggiori restrizioni che entusiasmano e rasserenano il popolo. Ma la domanda è: siamo sicuri che l’untore sia la persona che passeggia nei nostri piccoli comuni, o il corridore che si aggira per le nostre campagne?
O l’untore è nascosto sotto il saio mediatico di tutti coloro che hanno perpetuato per anni tagli alla sanità pubblica, decimando gli ospedali, riducendo i posti letto e il personale medico? Volendo fare un confronto del nostro sistema sanitario con quello degli altri Paesi, si nota che la Francia ha il doppio dei nostri posti letto e la Germania il triplo. L’Italia ha 3,2 posti letto ogni mille abitanti, la media OCSE è 4,7. Non a caso, l’epidemia in Italia ha avuto alcuni ospedali come centri d’irradiamento, con casi in cui il personale medico ha contagiato i propri pazienti perché non attrezzato adeguatamente. Le persone più colpite dal Covid19, purtroppo, sono proprio gli operatori sanitari, i medici e gli infermieri.
A questo punto c’è da chiedersi se lo zelo, la rabbia e l’indignazione dei cittadini non debbano approdare verso altri lidi.
Mario De Gregorio