Il Senato celebra gli alpini a fianco dei nazisti

Il Senato approva il disegno di legge che istituisce la Giornata nazionale degli alpini per il 26 gennaio, data della battaglia di Nikolajewka del 26 gennaio del 1943, durante la seconda guerra mondiale, battaglia in cui i soldati italiani erano a fianco dei nazisti contro i russi. Così l’Italia sdogana vergognosamente le “gesta” del fascismo strumentalizzando un conflitto attuale secondo il modo di ripensare la storia tipico dei regimi. Proponiamo una breve riflessione di Nicola Savoia

Giustamente, e con tempismo micidiale (quasi per retrodatare l’idea che i russi siano l’impero del male e noi dei benemeriti esportatori di democrazia) il Senato della Repubblica ha pensato bene di celebrare un primo tentativo di liberazione di quello sventurato popolo, con l’istituzione, approvata all’unanimità, di una “Giornata nazionale della memoria e del sacrificio degli alpini”, guarda caso individuata nel 26 gennaio, anniversario della battaglia che vide praticamente annientato il corpo di spedizione di noi democratizzatori, nonostante le sorti del regno fossero allora affidate al capostipite del governo dei migliori, LVI in persona. Si tratta infatti di «uno degli scontri più importanti durante il caotico ripiegamento delle residue forze dell’Asse nella parte meridionale del fronte orientale durante la seconda guerra mondiale».

Insomma, con tutto quello che di buono si potrebbe trovare nella storia degli alpini, i nostri scienziati della politica non trovano di meglio che strumentalizzarne la tragedia per magnificare l’aggressione fascista contro i popoli dell’unione sovietica, un’aggressione criminale e come al solito baldanzosamente vigliacca, perché facevamo da ruota di scorta ai nazisti di Hitler. Con gli innumerevoli, tragici lutti che ne derivarono, per noi e per loro, con tutti i crimini di guerra, stupri, torture, rastrellamenti e successive cremazioni, orrori vari e inauditi di cui fu costellata quell’invasione. Hai voglia a dire “non in mio nome”, intanto l’Italia celebra questo. Se il Senato non si vergogna di incensare le “gesta” del fascismo, allora me ne vergogno io, cittadino italiano, al posto suo.

Nicola Savoia