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Uomo e Natura: convivenza a tempo determinato?

Negli ultimi anni sono diventati trend topic parole come “green”, “rinnovabili” e “impatto zero”. Ma il modo in cui effettivamente utilizziamo le risorse naturali e il paesaggio è molto lontano dall’essere “sostenibile”

Fin dalla sua comparsa sulla Terra, circa 350.000 anni fa, l’uomo si è organizzato in gruppi progressivamente più ampi e forme sociali più complesse. Da quel momento è iniziato il delicato rapporto uomo/natura. L’uomo da subito ha sentito la necessità di sfruttare le risorse naturali a disposizione per migliorare la propria condizione. Con il progredire delle civiltà questo rapporto è andato via via crescendo con l’insediamento su superfici sempre maggiori. Si è andati alla ricerca di nuovi materiali da costruzione, si sono sperimentate e migliorate le tecniche di agricoltura e allevamento. In questo modo si è modellato il paesaggio circostante.

SITUAZIONE ATTUALE

Gli eventi naturali ed antropici succedutisi negli ultimi due secoli sono stati caratterizzati da un rapido superamento di fasi storiche. L’affermazione e diffusione della società industriale e l’incremento della popolazione sono due elementi decisivi che hanno portato allo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali. Ci si è resi conto solo negli ultimi anni che, nell’incalzante ripetersi di catastrofi, l’uomo ha avuto il ruolo di agente attivo. I disastrosi fenomeni alterativi dell’ambiente fisico e quindi la rottura degli equilibri naturali sono una conseguenza. A un certo punto si è sentita la necessità di fare i conti con le risorse energetiche. Si è cercato di capire come e quanto ancora attingere a quelle naturali e, solo recentemente, come rendere meno impattanti le attività umane sull’ambiente.

FONTI RINNOVABILI E NON RINNOVABILI

Facciamo un passo indietro. Quali sono le risorse naturali indispensabili alla vita e alle attività dell’uomo, e come si classificano? Ci risulta banale pensare all’acqua, ai prodotti dell’alimentazione, alle fonti energetiche, ai materiali da costruzione, ai minerali (con i molteplici impieghi in tutti i campi). Alcune di queste risorse, come l’acqua e i prodotti agricoli, si ricostituiscono ogni anno. Altre, come l’energia solare, eolica o delle maree si rinnovano continuamente con cadenze diverse. Tutte queste insieme si definiscono risorse rinnovabili in tempi umani. I materiali da costruzione invece, insieme ai minerali utili, al carbone, al petrolio, al gas naturale, all’energia geotermica, costituiscono risorse la cui disponibilità, seppur grande, è quantitativamente definita. Esse con l’utilizzo progressivo, tendono ad esaurirsi e vengono perciò definite risorse non rinnovabili in tempi umani, in quanto connesse a fenomeni che interessano la Terra in tempi geologici.

Definire il limite tra offerta naturale (di risorse rinnovabili e non) e richieste dell’uomo (in progressivo aumento) costituisce un serio problema che deve trovare risposta in termini di pianificazione ambientale e socio-economica.

GEOLOGIA AMBIENTALE

La conoscenza dell’ecosistema Terra e dei suoi costituenti base come il suolo, la flora e la fauna, l’aria, l’acqua, il clima, permette di comprendere azioni e retroazioni dell’attività umana. Se parliamo di sistema naturale, le risposte alle sollecitazioni esterne rientrano nei normali processi di reazione, ma negli ultimi 200 anni l’impatto dell’uomo è stato molto più rilevante. Così i macrosistemi idrosfera, atmosfera, litosfera e biosfera non reagiscono più a questi stimoli in maniera efficace.

Ristabilire l’equilibrio e le interconnessioni diventa un miraggio. I maggiori attori di questo squilibrio sono l’inquinamento atmosferico e le piogge acide, l’effetto serra e i cambiamenti climatici. Contribuiscono poi il buco nella fascia stratosferica dell’ozono, l’inquinamento delle acque in tutte le tappe del loro ciclo e la deforestazione. In fine l’agricoltura e gli allevamenti intensivi fino alla desertificazione, l’erosione e l’impoverimento del suolo.

Risulta evidente che le potenzialità di un’area geografica sono rappresentate oltre che dalle risorse rinnovabili e non, anche dal paesaggio, dal suolo, dalla flora e fauna e dal clima sopra citati. 

RISCHIO GEOLOGICO

Previsione, prevenzione e recupero sono le strade da seguire per riequilibrare il sistema ambiente. Bisogna tener conto del fatto che che l’equazione che definisce il rischio geologico di un dato territorio è la combinazione di fattori naturali come fenomeni vulcanici, terremoti, frane, alluvioni (pericolosità geologica) e non naturali come l’intensità e il tipo di urbanizzazione, l’industrializzazione, la cattiva gestione del territorio (potenziale vulnerabilità antropica).

Da ciò deriva che il rischio è strettamente legato alle attività umane. Esso può essere ridotto agendo non tanto sui fenomeni geologici (poco prevedibili) ma in special modo con un utilizzo oculato delle risorse di un territorio che tenga conto di tutti gli elementi che definiscono la sua vulnerabilità per definire le strategie di intervento, di pianificazione e gestione ambientale. 

Un esempio per concludere: abbiamo tutti una strada provinciale che percorriamo giornalmente e che vediamo deformarsi a causa di smottamenti dovuti a fenomeni di piogge abbondanti che si verificano (sempre più spesso) in poche ore. Voi pensate sia più facile riasfaltarla annualmente o piantare alberi sul lato a monte di questa?

Antonio Sorrentino

Uomo e Natura: convivenza a tempo determinato?

di Antonio Sorrentino Tempo di Lettura: 3 min
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