Margherita

La margherita, il fiore che preannuncia la primavera

La margherita è il fiore che più di tutti preannuncia l’arrivo della primavera. Umile all’apparenza è, in realtà, una potente guaritrice, nonché uno dei migliori rimedi per la salute del seno.

Lo sbocciare delle margherite, chiamate anche pratoline o primaverine (Bellis perennis L.), è uno dei primissimi segni ad indicare che la primavera è ormai alle porte. Piantine umili all’apparenza ma estremamente tenaci e resilienti (possono essere calpestate e rovinate ma ritornano sempre a sbocciare, almeno finché non le si estirpa completamente), le margherite riescono a rapire il nostro sguardo specialmente quando formano tappeti estesi di corolle bianche.

Se la segnatura della calendula è tutta solare, quella della margherita è venusina e lunare.

Infatti è una pianta umida e fredda, ricca di succhi rinfrescanti piuttosto che di calde resine. Anche il suo profumo è decisamente più tenue, tanto da non essere quasi percepibile, a meno che non si raccolga una buona quantità di capolini.

Da buona pianta venusina è antinfiammatoria e antispasmodica, rinfrescante e diuretica; la sua lunarità ne fa un’ottima piantina commestibile (sia da cruda sia da cotta) e la rende capace di agire sui disturbi degli organi sessuali, in particolare delle mammelle, per le quali la margherita ha una specifica affinità.

 

Il botanico inglese John Gerard riporta:

Le Margherite piccole sono fredde ed umide, essendo umide verso la fine del secondo grado, e fredde verso l’inizio dello stesso.

Le Margherite mitigano tutti i tipi di dolore, ma specialmente nelle articolazioni, e nella gotta causata da un umore secco e caldo, se esse vengono schiacciate con un po’ di burro nuovo non salato, e applicate sul posto che duole: ma esse funzionano più efficacemente se è aggiunta della Malva.

Le foglie delle Margherite, cotte insieme ad altre erbe, solvono il ventre; e sono usate anche nei Clisteri con buon successo, nelle febbri ardenti, e contro l’infiammazione dell’intestino.

[…]

Le foglie peste rimuovono i lividi e i gonfiori che procedono da qualche colpo, se esse sono pestate e applicate sopra; da che essa era chiamata nei tempi antichi ‘Bruisewort’ 1.

Il succo messo negli occhi li schiarisce, e sana l’eccessiva lacrimazione. La decozione della Margherita di campo (che è la migliore per l’uso in medicina) fatta in acqua e bevuta, è buona contro la febbre malarica, l’infiammazione del fegato e di tutte le parti interne.” [Gerard]

 

Invece Andrea Pietro Mattioli scrive:

È il Bellis di più, e varie, sorti, che tre sono le distinzioni delle sue spezie, cioè maggiore, minore, e mezzano. […] Lodano tutte queste spezie i moderni per le scrofole, per le ferite della testa, e parimente per le bande delle ferite cassali2 penetranti nella concavità del petto. Le foglie masticate sanano le pustule ulcerate della bocca, e della lingua, e peste, e applicate le infiammazioni delle membra genitali. L’erba fresca mangiata nell’insalata, mollifica il corpo stitico, e il medesimo fa ella mangiata cotta nel brodo delle carni. Usanle alcune ai paralitici, e parimente nelle sciatiche.” [Mattioli]

 

L’ “olio” di margherita

L’oleolito o, meno propriamente, l’“olio” di margherita è prodotto per macerazione a caldo o a freddo dei capolini (fiori) della margherita in un olio opportuno (es., oliva, girasole, …). Il metodo tradizionale prevede una macerazione a freddo lunga almeno 40 giorni. Una variante prevede che tale macerazione debba essere effettuata al buio, al fine di minimizzare l’irrancidimento dell’olio; un’altra variante prevede l’esposizione continua al sole, al fine di “caricare” l’olio dell’energia solare e di estrarre meglio i principi attivi della pianta.

Quale che sia il metodo, l’oleolito di margherita è un vero e proprio toccasana per il nostro corpo. Può essere usato in sostituzione dell’oleolito di arnica e di calendula (e dei prodotti da essi derivati, come gli ungenti e le pomate): la margherita, infatti, ha un’azione paragonabile a quella dell’arnica, ma più profonda e in più si può usare anche sulle ferite aperte. È un po’ meno “caldo” rispetto agli oleoliti di arnica e calendula.

Lenitivo e disinfiammante, è un ottimo rimedio per i traumi e le contusioni, i dolori di tipo infiammatorio e le irritazioni della pelle, le punture degli insetti, gli eritemi solari, le scottature e le ustioni. Molto efficace come rassodante ed elasticizzante, rende la pelle del corpo elastica e idratata ed aiuta a prevenire le smagliature, soprattutto in gravidanza o durante una dieta. È uno dei migliori rimedi per tonificare, rassodare e disinfiammare il seno. È utile anche per mantenere le gambe in forma aiutandone a riattivare la circolazione. È un ottimo rimedio schiarente per le macchie della pelle.

Si adopera per uso esterno. [AlleanzaVerde]

 

Note

1. Dall’inglese antico, “erba dei lividi”.
2. Ferite della cassa toracica. La margherita era nota per riuscire a curare anche le ferite da penetrazione al torace provocate, ad esempio, dalle armi.

 

Riferimenti

[Gerard] John Gerard, “The herball, or, Generall historie of plantes” (1636 & altre edizioni)
[Mattioli] Pietro Andrea Mattioli, “Discorsi di M. Pietro Andrea Mattioli sanese, medico cesareo, ne’ sei libri di Pedacio Doscoride Anazarbeo della materia Medicinale” (1746)
[AlleanzaVerde] https://www.alleanzaverde.com/blog/oleolito-di-margherita/

 

La margherita, il fiore che preannuncia la primavera

di Pierluigi Campidoglio Tempo di Lettura: 3 min
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