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La vera “transizione ecologica” parte dal mare e dall’acqua

“Transizione ecologica” è un’espressione sempre più abusata, condizionata e subordinata a fattori d’interesse economico, tanto da aver generato l’amara ironia di una “transazione ecologica”. Una reale virata verso un’esistenza sostenibile non avverrà attraverso il greenwashing di un sistema produttivo-capitalistico iniquo e insostenibile ma ridisegnando le priorità della comunità umana. A partire dall’acqua e dalle “foreste del mare”. Un contributo del biologo Antonio Sorrentino

Con “transizione ecologica” si intende un insieme di azioni politico/economiche rivolte alla sostenibilità dell’economia stessa, per favorire il passaggio da un sistema basato sulle fonti energetiche inquinanti (combustibili di origine fossile) a un modello più virtuoso incentrato sulle fonti verdi (eolico, geotermico, solare). Ma è davvero così? Prima delle azioni e dell’economia si dovrebbe “lavorare” alla sensibilizzazione verso la salvaguardia della biodiversità e dell’ambiente, tema che, a conti fatti, è di vera attualità in pochi paesi europei e mondiali. Di fondamentale importanza è capire che non si deve (solamente) tutelare questo o quell’altro ecosistema ma soprattutto le zone di transizione. Un BIOMA /bi·ò·ma/ è un raggruppamento di più ecosistemi, caratterizzati da un determinato clima e dagli aspetti distintivi delle piante dominanti, se terrestri; delle specie dominanti, se acquatici. Ne sono esempi, la Tundra, la Taiga, la Foresta Tropicale e la Macchia Mediterranea, i Grandi Laghi o fiumi e le Barriere Coralline. L’acqua, intesa letteralmente come fonte di vita e come risorsa sulla terra, è il fulcro di questa transizione “non economica”.

L’acqua: i numeri ed il Ciclo Idrologico

Sulla superfice e nel sottosuolo terrestre ci sono circa 1360 milioni di chilometri cubi di acqua. Il 97% di questa è salata (sta nel mare); del 3% restante solo lo 0,3% è costituito da acque superficiali (il resto è ghiaccio o acqua sotterranea) che riempiono laghi, stagni e fiumi. Non è difficile stimare quanto sia piccolo il volume a nostra disposizione rispetto alla quantità totale. Questa acqua alimenta il motore da tutti conosciuto come “Ciclo Idrologico” o ciclo dell’acqua, senza il quale non sarebbe possibile la vita sulla Terra. Esso non ha un vero e proprio inizio, ma il Mare è sicuramente un settore del ciclo che ben rappresenta la sua importanza. Il sole, che attiva il ciclo, riscalda l’acqua del mare. Parte di essa evapora nell’aria. L’evaporazione avviene anche dalle acque dolci dei laghi e dei fiumi. Sul continente, l’evapotraspirazione, che è l’acqua traspirata dagli esseri viventi (soprattutto dai vegetali), apporta vapore all’aria. Una piccola quantità di acqua nell’atmosfera proviene poi dalla sublimazione, che è il passaggio allo stato di vapore direttamente dallo stato solido (ghiaccio, neve, brina) saltando completamente la fase di fusione.

Le correnti d’aria ascensionali sollevano il vapore in alto nell’atmosfera dove la temperatura più bassa ne provoca la condensazione in goccioline microscopiche che formano le nuvole. I venti trasportano le nubi per il mondo, le particelle delle nubi collidono, si accrescono, si appesantiscono e cadono dal cielo come precipitazione. Mentre una gran parte delle precipitazioni ricade nei mari, una parte cade sulle terre emerse dove, a causa della gravità, fluisce come ruscellamento superficiale, raggiunge i fiumi e si muove nel “reticolo idrografico” verso il mare, mentre parte di esso si accumula come acqua dolce nei laghi. Qualche precipitazione cade come neve e può formare calotte glaciali o ghiacciai. Questa, nei climi più caldi, si scioglie con l’arrivo della primavera, e l’acqua di fusione si aggiunge al reticolo idrografico che alimenta prima ruscelli, poi fiumi e laghi. Non tutto il ruscellamento scorre in corpi idrici superficiali. Buona parte si infiltra nel terreno (infiltrazione) ed alimenta gli acquiferi (rocce saturate con acqua mobile che affiora insorgenti o estraibile con pozzi o gallerie) che immagazzinano enormi quantità di acqua dolce sotterranea per lunghi periodi di tempo. Parte dell’acqua sotterranea sta vicino alla superficie terrestre e può emergere di nuovo entro corpi idrici superficiali (e nel mare), mentre parte trova vie di uscita nella superficie della terra e sgorga come sorgenti di acqua dolce. Nel tempo, tuttavia, quest’acqua continua a muoversi e rientra nel mare dove il ciclo termina… e ricomincia.

Il Mare è immenso (360 milioni di km2, circa il 71% della superficie terrestre); è profondo (in media 3800 metri con punte superiori agli 11000); è buio (il 99% della radiazione solare viene assorbita nei primi 100/150 metri) ed inesplorato (conosciamo circa il 5% dei fondali). La maggior parte delle azioni antropiche legate al mare viene svolta in una fascia costiera molto ristretta, ma le conseguenze di queste azioni (positive o negative) si propagano e si intensificano in maniera continua da un oceano all’altro grazie o a causa del moto ondoso e delle correnti. D’altronde conosciamo tutti l’effetto farfalla, analizzato per la prima volta in uno scritto del 1963 dal matematico e meteorologo Edward Lorenz che successivamente, in una conferenza da lui tenuta titolava: “può il batter d’ali di una farfalla in Brasile provocare un tornado in Texas?”

Tutelare le zone di transizione per una sostenibilità della transizione ecologica 

Oggi la Biologia Marina, l’Oceanografia biologica, La Sedimentologia e regime dei Litorali, l’Ecologia Marina (tutte branche delle Scienze del Mare) ci aiutano a comprendere le dinamiche di questo grande sistema. Non tutti sanno che la metà dell’ossigeno che respiriamo deriva dalle cosiddette foreste del mare, l’insieme del fitoplancton (microrganismi vegetali) e delle Fanerogame Marine (piante superiori che come le parenti terrestri sono dotate di radici, fusti e foglie) che oltre ad essere nursery per i giovanili di molte specie di pesci (anche commerciali), assorbono circa il 30% dell’anidride carbonica che produciamo e grazie alla struttura del loro apparato radicale prevengono anche l’erosione costiera, mitigando l’azione costante delle onde sugli arenili. Queste praterie si trovano nella cosiddetta zona fotica, dove cioè la penetrazione della luce è sufficiente per innescare (sulle foglie) la fotosintesi clorofilliana che permette di assorbire anidride carbonica e “restituire” ossigeno all’ambiente. Salvaguardare questi ecosistemi equivale quindi a proteggere polmoni verdi come L’Amazzonia o le grandi foreste dell’Europa. Ovviamente il mare non è solo Posidonia oceanica (la pianta forse più rappresentativa tra le fanerogame, presente stabilmente in tutto il Mar Mediterraneo).

Transizione ecologica è anche minore impatto sulle popolazioni ittiche, maggiore sostenibilità degli interventi e sensibilità da parte degli operatori della pesca. In questo aiuta l’istituzione di un numero sempre crescente di Aree Marine Protette in tutto il mondo che, oltre a tutelare da un punto di vista archeologico-naturalistico tratti di costa di importanza comunitaria (sfruttabili turisticamente), rappresentano isole biologiche dove le specie vegetali ed animali vengono studiate e tutelate anche come indicatori ambientali della salute del Mare. Per tornare al ciclo dell’acqua, non bisogna dimenticare quanto importanti siano le zone di transizione: dal momento della sua precipitazione sulla terra, o dal punto dove sgorga l’acqua di una sorgente possono passare anni (anche secoli) fino a quando il ciclo arrivi al suo punto finale, il mare. Ogni goccia attraverserà rivoli, ruscelli, fiumi, cascate, falde acquifere, laghi, case, terreni incolti, fabbriche, pozzi artesiani, depuratori, zone naturali e antropizzate che non ne modificheranno la struttura chimica ma sicuramente la qualità sia come risorsa alimentare che come fonte di irrigazione. Salvaguardare le acque interne e trovare metodi più sostenibili di sfruttamento dei paesaggi rientra in quelle azioni, non economiche, che insieme agli studi sul Mare permetteranno alle generazioni future di beneficiare ancora di una risorsa fondamentale come l’acqua.

Antonio Sorrentino