Quanto è “difficile” diventare guida turistica in Campania

Obbligata dal Tar a indire un esame che non voleva organizzare, la Regione sembra aver fatto di tutto per far passare la voglia di fare l’esame direttamente ai candidati.

La storia, si sa, la scrivono i vincitori. E gli articoli li scrivono i trombati. Ma non mi soffermerò sulle circostanze in cui lo scorso novembre sono stato giudicato “non idoneo” a esercitare la professione di guida turistica per la Regione Campania, ad onta dell’attività di corrispondente per uno dei più prestigiosi portali di arte e cultura della nazione, di una laurea in Scienze dei Beni Culturali e di un’altra in Storia e Critica d’Arte (titoli che, sia detto per inciso, hanno concesso ad altri laureati di accedere in maniera più diretta alla professione di guida turistica grazie alla liberalizzazione Bersani, poi abrogata a tutto pregiudizio del valore legale del titolo di studio, che dovrebbe essere sempre lo stesso e in Italia è sempre diverso).

Mi limiterò a mettere insieme un po’ di informazioni su questo esame, sperando di essere utile a chi deve ancora sostenerlo o a chi vorrà cercare giustizia nelle opportune sedi dello Stato. L’esame è partito molto male. Nel 2012 la Regione Campania è stata obbligata dal Tar su ricorso di Uiltucs Campania a indire un nuovo bando a 14 anni dall’ultima chiamata alle armi, risalente niente-popò-di-meno-che al settembre del 1998. Si sottolinei che per questa omissione, non priva di qualche utilità per le guide già operanti, la Regione ha infranto le sue stesse leggi, precisamente la legge regionale 11/1986 che prevedeva il conseguimento dell’abilitazione all’esercizio di guida turistica «mediante il superamento di apposito esame, indetto ogni tre anni dalla Giunta regionale della Campania».

Sorvoliamo per brevità sulla specialità nazionale in tema di esami scritti, il trivial scemonozionistico e la caterva di errori e imprecisioni già oggetto di polemiche e ricorsi (della filosofia del “quizzone” nella selezione del personale ha già detto, per bMagazine, Guido Bianchini). Andiamo alla prova orale (per la quale la Regione non si è affidata al Centro Formez, diversamente da quella scritta dell’autunno scorso), iniziata il 7 maggio di quest’anno. Per la mancata pubblicazione di un calendario generale delle prove orali (semmai ve ne fosse uno) l’esame ha causato e causa non pochi impacci e difficoltà all’esercito di precari campani, impegnato in complicatissimi calcoli statistici nel tentativo di prevedere approssimativamente il periodo di convocazione. «Se non ci fossero stati i “canali” di Facebook – commentava un utente sulla pagina pubblica “Esame guida turistica Campania 2012” – in quanti avrebbero saputo dell’inizio degli orali? Ma in che razza di Paese viviamo?» Gli interessati vengono avvisati a mezzo raccomandata circa 20 giorni prima della prova e non è dato sapere quando finiranno gli esami né quale sarà il divario temporale, con le agevolazioni e penalizzazioni del caso, tra i primi e gli ultimi convocati (gli esami sono ancora in corso dopo 9 mesi dalla prima chiamata).

Per quanto riguarda le modalità di superamento dell’esame, la «Signoria Vostra dovrà riportare un punteggio di almeno 30/50 in ciascuna materia» oggetto d’esame, ovvero: “elementi di Storia d’Italia”, “elementi di geografia turistica”, “elementi di organizzazione e legislazione turistica della Regione Campania”, “tecnica professionale – compiti e metodologia”. C’è stata, in vero, più di una perplessità tra i candidati su quali argomenti effettivamente ricadano nell’ambito di quest’ultima materia. Stando ai manuali per la preparazione all’esame più noti e utilizzati (cfr. “La guida turistica in Campania” di Simone Edizioni e “La guida turistica” di Giorgio Castoldi per Hoepli) si tratterebbe principalmente di competenze comunicative. Argomenti trattati nel capitolo “tecnica professionale” sono, ad esempio: le tecniche di comunicazione, l’ascolto attivo, gli stili comportamentali. Temi che trovano effettivo riscontro nelle 400 domande di tecnica professionale della prova scritta. Per la commissione dell’esame orale sembrerebbe trattarsi, invece, di un vero e proprio esame di economia aziendale, ciò che confliggerebbe con quanto riportato nel Decreto Dirigenziale della Regione n. 185 del 28/09/2012, laddove è indicato che “la prova orale verterà sulle materie della prova scritta”.

Ecco alcune delle domande poste durante la prova orale alle aspiranti guide turistiche della Regione Campania e rivelate con un certo sbigottimento dai candidati: partita doppia, gestione delle risorse finanziarie, analisi dei costi di un’impresa, i quattro fattori della produzione, leasing e factoring, modelli organizzativi dell’azienda e ovviamente, nozione assolutamente indispensabile a una buona guida turistica, ratei e risconti. Come da istruzioni della Regione, se il candidato riporta una votazione inferiore a 30/50 anche solo in una materia, per esempio in quella dei risconti, sarà dichiarato non idoneo all’esercizio della professione di guida turistica. Va da sé, quindi, che un solo membro della commissione può decidere le sorti di un aspirante, rendendo vano ogni successo nelle altre materie d’esame. Uno degli esperti nominati dalla Regione Campania si è presto distinto in questo “ruolo” agli occhi dei candidati, come ci rivelano alcuni dei primi convocati.

La prova definita sui social network «più ostica unanimemente» nell’esame a guida turistica della Regione Campania non è, come ci si potrebbe aspettare, quella di lingua o l’esame di Storia e Storia dell’Arte, bensì quella di geografia, assieme a quella di tecnica professionale (v. sopra). L’esaminatore di queste ultime materie è, d’altronde, non di rado lo stesso, ad onta della nomina dell’“esperto” in questione come componente della giuria per una singola materia. Sono tanti gli aspiranti congedati prima di capire la domanda. Sorpresi e a tratti demoralizzati, molti studenti si mettono a frugare tra vecchie dispense circolanti per il web, s’informano sulle “modalità di orientamento con il sole” (che comunque fino a qualche secolo fa erano fondamentali per una guida turistica), cercano di familiarizzare con il fantastico mondo del tufo azzurro, si linkano perfino l’intero Codice della navigazione.

Sulle domande fatte e su un certo approccio d’esame si potrebbe aprire una lunga dissertazione ma per il momento ci asteniamo, giacché non s’intende far cadere la colpa di eventuali ingiustizie su una sola persona, benché (anzi, proprio perché) la metodologia di superamento dell’esame sembra concepita apposta: dovrebbe restare a futura memoria che (assieme al membro che sembrerebbe essere stato selezionato apposta per fare da ago della bilancia con domande inopportune) si sono prestati a questa procedura discutibile funzionari di spicco delle soprintendenze. Sta agli organi di vigilanza e controllo competenti valutare se le percentuali di partecipazione e quelle di idoneità siano anomale rispetto ad altre realtà della nazione. Certo è che questi esami orali sembrano aver scoraggiato non pochi candidati, tanto che in talune sedute le presenze sono state pari a circa un terzo dei convocati. Obbligata dal Tar a indire un esame che – a giudicare dall’enorme ritardo rispetto alle tempistiche previste dalla normativa regionale – non aveva voglia di organizzare, la Regione si sta avvalendo di una metodologia in grado di far passare la voglia di fare l’esame direttamente ai candidati.

«Mi chiedo quanto sia valido un esame in cui a fare da ago della bilancia possono essere domande nozionistiche con un legame piuttosto remoto con la professione di guida turistica», s’interroga Liliana, interprete. «Più che un esame a me sembra una specie di lotteria, con domande a volte piuttosto ambigue che mortificano gli studi e le competenze che una persona ha acquisito nel corso di una vita, valutate con una domanda secca estratta a sorte a cui rispondere in pochi istanti – commenta un altro giovane laureato e specializzato in Beni Culturali – Sarebbe molto più sensato adottare modalità già utilizzate in altre regioni che permettono all’esaminato di discutere un itinerario precedentemente preparato (perché quando la guida va a lavoro ha il tempo, a volte anche minimo, per studiare un itinerario). In questo modo si possono capire effettivamente le competenze comunicative, intellettuali ed organizzative specifiche della professione, dando importanza relativa a materie che riguardano la professione solo di striscio.»

«Presto sosterrò l’esame in Toscana, da quelle parti addirittura viene pubblicato un programma e vengono indicati dei testi da utilizzare… – ironizza Lucia, laureata in Lingue e laureanda in Storia dell’Arte – Nel nostro caso, invece, per avere indicazioni sui testi di riferimento alcuni candidati si sono rivolti direttamente ai professori, magari in seduta d’esame, ottenendo privatamente, e ad esame già in corso, informazioni che dovrebbero essere pubbliche. Ad ogni modo, sarebbe paradossale superare l’esame a guida in Toscana anziché nel territorio che conosco centimetro per centimetro e la cui eredità culturale, che è parte di me, avrei voluto contribuire a diffondere.»

Alessandro Paolo Lombardo

Quanto è “difficile” diventare guida turistica in Campania

di Alessandro Paolo Lombardo Tempo di Lettura: 6 min
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