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L’estate ci libererà dai webinar?

La proliferazione smodata di webinar risponde a una malintesa idea di formazione continua come pratica che si sovrappone a un’esistenza ordinaria altrimenti semicolta, insensata e disinformata. Come se la vita non avesse senso senza un manuale d’istruzioni

Ma una cosa è la cultura (che ha la sua fisicità e i suoi saperi verbali e non) e un’altra è la pedante prescrittività catechistica con cui la società vorrebbe “istruire” i suoi cittadini, mentre con l’altra mano li diseduca attraverso i dettami consumistici. Invece è la vita stessa a costituire una formazione perenne, intesa come continua concatenazione di esperienze, incontri, odori, sapori. Una lezione che l’estate, con la sua vitalità, può rimettere al centro, dopo una compressione di esistenza e diritti che degrada l’attesa villeggiatura a uno squallido contentino.

Per ottenere una formazione che possa incarnarsi nella vita, come s’incarna il sapere, bisogna porre le condizioni affinché le persone possano situarsi dignitosamente e sensatamente nello spazio-tempo e nella fisicità della cultura, evitando di buttare la propria esistenza ingurgitando bulimicamente serie televisive e continue amenità digitali. Potenziata la vita, i webinar avranno la loro giusta utilità, selettiva e a tratti marginale.

Buona estate, fanculo ai webinar.

apl
foto di Kelsey Vere, Pixabay