APICE VECCHIA

Apice Vecchia riapre tra le polemiche

Le critiche: mancano sinergie opportune e una tutela efficace

Inaugurato sabato 3 dicembre il Castello di Apice Vecchia, riaperto al pubblico insieme a una parte dell’area nord-est dello storico centro, abbandonato progressivamente a partire dal terremoto del 1962. Iniziati nel 1993, per più di vent’anni i lavori sono stati intermittenti, come i finanziamenti: oltre 7 milioni di euro, complessivamente. A riaprire i battenti non sarà la “città-museo” promossa dall’Università di Venezia, che doveva conservare un’istantanea del 1963 (rimasta ferma allo studio di fattibilità). Il borgo antico riparte con una proposta turistica dall’aspetto moderno, che sembra più legata alla progettualità dei singoli che a un’idea uniforme. Affidati in concessione tramite bando (tra i concessionari anche la ditta di un consigliere comunale), il Castello e i locali limitrofi ospiteranno pub, ristoranti, bed&breakfast, un museo del folklore, mostre, laboratori, sale per matrimoni. Attività che potrebbero riportare la vita nel paese abbandonato ma le cui esigenze non paiono sempre accordarsi al meglio con quelle della storia e della conservazione, almeno a giudicare dai colori sgargianti con cui sono stati ritinteggiati alcuni vicoli e dalle cornici bianche posticce spuntate intorno alle finestre del Castello dell’Ettore, monumento nazionale sottoposto a vincolo della Soprintendenza.

Tra i cittadini, al momento dell’annuncio pubblico dell’inaugurazione è emersa, invece, qualche perplessità sull’effettiva sicurezza dell’area, rimbalzata poi sui social network. «Il centro storico è circondato da frane, ma si pensa a ristrutturare investendo soldi pubblici anziché a mettere in sicurezza il paese», afferma il geologo Roberto Pellino. Ad essere chiamati in causa i versanti di Apice Vecchia, che presenterebbero criticità in termini di frane e instabilità, secondo quanto rilevato da Francesco Maria Guadagno, ordinario di Geologia Applicata all’Università del Sannio e membro della Commissione Nazionale Grandi Rischi. «Quando il problema è grande ci vorrebbe una grande sinergia», rileva Guadagno, ricordando la decisione del Comune di Apice di chiudere la porta alla collaborazione gratuita dell’Università per una modellazione geologica ed evolutiva approfondita. «Ma la zona del Castello non risente particolarmente del problema dei versanti», rassicura Guadagno.

Alessandro Paolo Lombardo, da Il Mattino del 3.12.2016