Guerra in Ucraina: non c’è niente da tifare

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Terzo giorno di guerra in Ucraina e per ora gli unici eroi sono i manifestanti per la pace scesi in piazza a San Pietroburgo, consapevoli che il loro dissenso gli sarebbe costato repressione e carcere. Per il resto, sono ridicoli tutti i tifosi, stretti tra insonstenibili simpatie per l’invasore Putin che rade al suolo edifici civili, per i battaglioni neonazisti ucraini o per il bastardo interessato Biden che ha inginocchiato l’Europa

Ridicoli i tifosi occidentali di Putin che vorrei vederla, la loro libidine bellica, davanti ai carrarmati di un dittatore con l’ambizione malefica di riparare la storia; ridicoli non meno e forse anche di più i media che caricano di prosopopea romantica e propaganda occidentalista la controffensiva dell’esercito ucraino, sperando che i civili imbraccino i fucili e vadano a morire al fianco dei battaglioni neonazisti impegnati a difendere Kiev; ridicole l’irrilevanza europea e l’interessata ipocrisia USA.

Non sono un’anima candida, so benissimo che alla guerra risponde la guerra, che la violenza è purtroppo una funzione della storia e dell’indipendenza delle nazioni, ma proprio per questo a maggior ragione oggi mi manca un Alex Langer, il suo pacifismo concreto, non tifoso, meditato sulla complessità della pace che va oltre le categorie di buoni e cattivi. E invece in tanti hanno già scelto gli eroi da tifare: il denazificatore Putin che intanto invade una nazione vicina e rade al suolo edifici civili, il paladino Biden che chiude con la borsa in rialzo e si sfrega le mani inginocchiando l’Europa ai suoi interessi, gli eroici battaglioni ucraini che chiediamogli dov’erano il giorno del massacro di Odessa.

Per quanto mi riguarda, questa non è una partita di pallone e non c’è un cazzo di niente per cui tifare, se non che la partita finisca presto.

Salvatore Setola

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