Il colosso Sorgenia progetta una centrale idroelettrica nel fiume di Apice

Il gruppo “Sorgenia Renewables Srl”, uno dei maggiori operatori energetici italiani e interamente parte del gruppo Sorgenia, progetta la creazione di una centrale idroelettrica nel fiume Calore di Apice, in contrada Sottocastiglione, presso una briglia esistente nei pressi del campo di calcio del comune sannita.

Lo studio preliminare (consultabile a questo link sul sito della Regione Campania), prevede l’installazione di un impianto idroelettrico a salto per una potenza di 369 KW, dove le acque derivate dal fiume Calore Irpino saranno recepite da una turbina Kaplan biregolabile posta in una centralina localizzata a valle della briglia. Non ricadendo all’interno di aree naturali protette o siti della Rete Natura 2000 (principale strumento della politica dell’Unione Europea per la conservazione della biodiversità) il progetto rientrerebbe tra quegli impianti per la produzione di energia idroelettrica con potenza installata superiore a 100 kW.

L’ITER BUROCRATICO. La domanda del progetto – in fase preliminare – è stata presentata alla provincia di Benevento il 21 ottobre del 2015 e pubblicata sul bollettino ufficiale della Regione Campania (n.51) il 26 giugno 2017. In seguito, il 30 maggio del 2018, Sorgenia Sviluppo Srl (Ex Sorgenia Hyydro Srl), primo soggetto proponente, ha ceduto il progetto Calore a Sorgenia Renewables Srl, che, come ricordato, è sempre parte integrante del gruppo Sorgenia. L’iter burocratico ha trovato infine parere positivo di nulla osta idraulico da parte del Servizio tutela dell’Ambiente della Provincia di Benevento il 26 marzo del 2019. L’ultima richiesta della società (che ha sede a Milano), in cui si chiede al Genio Civile di Benevento la concessione all’accesso all’alveo per la realizzazione dell’opera e l’occupazione dei terreni demaniali, risale infine al 10 giugno 2019.

LA SOCIETA’ E IL SUO PRESIDENTE. Nato all’indomani del decreto Bersani del 1999 sulle liberalizzazioni, il Gruppo Sorgenia era di proprietà per il 65% del Gruppo Cir di De Benedetti e per il 35% della società elettrica austriaca Verbund. Ma nel 2013 i conti vanno in rosso, cresce l’indebitamento fino ad arrivare a 1,8 miliardi di euro nei confronti di 21 banche, le quali, alla fine, assorbiranno la società vista la mancata disponibilità dei De Benedetti a ricapitalizzarla come avevano invece richiesto le banche: Monte dei Paschi di Siena, Ubi Banca, Banco Popolare, Intesa Sanpaolo, Unicredit, Bpm.

E’ ora al vertice di Sorgenia, dopo l’uscita di scena dei De Benedetti, Enrico (Chicco) Testa, manager bergamasco, laureato in filosofia all’Università di Milano, in gioventù militante del Pci e poi del Pds, ex presidente dell’Enel, ma anche amministratore delegato della banca d’affari Rothschild. Da presidente e fondatore di Legambiente Testa è passato ad essere uno dei sostenitori del Forum Nucleare italiano e del movimento pro- triv. Presente fino a qualche anno fa nei talk-show televisivi di La7 e della Rai, resta sicuramente memorabile la minaccia alquanto sopra le righe al geologo Mario Tozzi in un’accesa discussione sul nucleare e i combustibili fossili.

LO STATO ATTUALE DEL FIUME. Al momento, la notizia dell’impianto nel fiume Calore di Apice non è stata affatto discussa nelle comunità e amministrazioni locali, soprattutto per ciò che riguarda l’impatto ambientale e faunistico; e in generale, purtroppo, la questione del fiume Calore, che nel giro di una quarantina d’anni è passato da corso d’acqua balneabile a discarica di attività umane e pozzo di prelievo idrico, sembra non essere entrata a pieno nelle agende politiche. Non si intravede un’idea di rilancio per migliorare la qualità della vita del fiume – sinonimo tra l’altro di turismo e attrazione – che gioverebbe anche al borgo normanno, monco ancora di “azioni coraggiose” di rinascita materiale e culturale.

Michele Intorcia

Il colosso Sorgenia progetta una centrale idroelettrica nel fiume di Apice

di Michele Intorcia Tempo di Lettura: 2 min
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