vischio

Vischio, il fulmine celeste

Il vischio, pianta più celeste che terrestre che cresce senza toccare il suolo. Erba magica e beneaugurale che sostiene il cuore dell’uomo

 

Durante il periodo natalizio, si usa appendere rametti di vischio (Viscum album L.) alle porte delle case o all’interno delle abitazioni perché è ritenuto un amuleto contro le disgrazie e gli influssi negativi. Guai però a raccoglierlo con le mani e, ancor peggio, con la mano sinistra, in quanto attirerebbe la cattiva sorte. [Cattabiani]

Tradizionalmente il vischio deve essere raccolto in modo tale che non tocchi terra, in quanto il contatto con la terra ne disperderebbe le proprietà “magiche”. Un tempo, il vischio veniva staccato dall’albero con un bastone o una freccia e doveva essere afferrato al volo. [Cattabiani]

Piante di vischio che crescono su un albero ospite
Piante di vischio che crescono su uno stesso albero

Queste usanze derivano dalla tradizione dei Celti, i quali consideravano il vischio una pianta magica, dono del cielo: non avendo radici e non crescendo sul suolo, ma piuttosto sul ramo di un’altra pianta, non poteva venire che dal cielo. Addirittura, credevano che nascesse nei posti in cui era caduta una folgore, simbolo della discesa della divinità e dunque simbolo di immortalità e rigenerazione. [Cattabiani]

Secondo Plinio, per i Druidi non esisteva altra pianta più sacra del vischio cresciuto su una quercia. La sua raccolta veniva effettuata seguendo un ben preciso cerimoniale. Dopo aver approntato il banchetto per il rituale ai piedi dell’albero, facevano avvicinare due tori bianchi ai quali per la prima volta venivano legate le corna. Il Capo dei Druidi coglieva il vischio con una falce d’oro e gli altri Druidi, vestiti con tuniche bianche, lo deponevano in un bacile d’oro e lo esponevano alla venerazione del popolo. [Cattabiani]

Scrive Plinio che i Druidi “ritengono che il vischio, preso in pozione, dia la capacità di riprodursi a qualunque animale sterile e che sia un rimedio contro tutti i veleni.” [Cattabiani]

Secondo una consuetudine della Gran Bretagna, se si passa in compagnia sotto un cespo di vischio ci si deve baciare: se una ragazza non riceve questo bacio rituale, non riuscirà a sposarsi nell’anno successivo.  [Cattabiani]

 

Il vischio in erboristeria

Le bacche del vischio sono la parte della pianta più usata dal punto di vista tradizionale. Queste bacche, pestate, lavate e cotte, forniscono una massa viscosa, detta panìa, che veniva utilizzata in passato per catturare gli uccelli. Tale sostanza ha anche interessanti proprietà curative. Galeno ne ha descritto le virtù “traenti”, grazie alla sua natura “aerea, acquea e poco terrestre”, utile a “tirar fuori gli umori dal profondo” e Castore Durante ha ripreso tale descrizione, affermando che la pania è utile a tirare “gli humori dal profondo, & non solamente i sottili, ma i grossi ancora, rarefacendoli, & digerendoli” [Durante, Sangiorgi].

In realtà, tutta la pianta è dotata di importante attività terapeutica. Tonico nervino e antispasmodico tradizionalmente usato per l’epilessia e capace di calmare l’irritabilità del sistema nervoso, possiede anche proprietà diaforetiche e diuretiche. Ha un’azione importante sull’utero ed è particolarmente utile come regolatore del ciclo mestruale, nei casi di amenorrea e dismenorrea, e come ossitocico (rinforza o stimola le contrazioni uterine) [Wood].

Principalmente, però, la pianta è correntemente usata per trattare i problemi cardiovascolari. Pianta solare, della stessa natura dell’oro con cui i Druidi la raccoglievano e simbolo quindi della Luce Divina che brilla nel Cuore dell’Uomo, il vischio è una pianta capace di agire su cuore e arterie diminuendo la pressione sanguigna quando è alta. Il medico francese René Gaultier raccomandava fortemente l’uso dell’estratto acquoso di vischio per il trattamento dell’ipertensione con aterosclerosi. [EMA]

Foglie e bacche di vischio
Foglie e bacche di vischio

Il vischio è stato usato anche come tonico cardiaco per trattare l’ipertrofia con insufficienza valvolare, polso debole o piccolo, inabilità a distendersi, dispnea (che peggiora giacendo sul lato sinistro) e edema, ma anche irregolarità del ritmo cardiaco. [EMA]

La dottrina antroposofica ha introdotto l’uso per il trattamento delle malattie oncologiche degli estratti acquosi, fermentati e non fermentati, di foglie, rami, boccioli, austori e bacche [EMA].

Essendo una pianta emiparassita che cresce su diversi tipi di albero, il vischio accumula in sé le sostanze e le funzionalità tipiche dell’albero ospite, che finiscono per influire in maniera importante sull’azione complessiva della pianta e dei suoi estratti. Nell’industria farmaceutica, ad esempio, vengono distinti i preparati ottenuti da vischio cresciuto su melo, quercia, pino, abete, pioppo, olmo ecc. La parte del vischio funzionalmente più “indipendente” dalla funzionalità dell’albero che lo ospita è la bacca.

 

Tossicità

Questa pianta è popolarmente ritenuta tossica o addirittura velenosa, tanto che secondo alcune fonti basterebbero solo una o due bacche per avvelenare un uomo. Sebbene esista una reale tossicità in vivo in caso di iniezione dei suoi estratti (gli effetti tossici sono maggiori in caso di iniezioni intravenose e intracardiache piuttosto che in caso di iniezioni intraperitoneali, sottocutanee o intramuscolari), il vischio può essere considerato non tossico in caso di ingestione orale, anche nel caso di trattamenti a lungo termine. [EMA]

In letteratura sono riportati pochissimi casi di effetti collaterali quali nausea, vomito, diarrea, ipertensione seguiti da shock. Nonostante questi casi siano conseguenza soprattutto di ingestione delle bacche [EMA], le bacche sono la parte della pianta in assoluto meno tossica (v. ad esempio [Evens]).

 

Riferimenti

[Cattabiani] Alfredo Cattabiani, “Florario”, Oscar Mondadori (2012)
[EMA] https://www.ema.europa.eu/en/documents/herbal-report/final-assessment-report-vitis-vinifera-l-folium-first-version_en.pdf
[Evens] Zabrina N. Evens et al., “Holiday Plants with Toxic Misconceptions”, Western Journal of Emergency Medicine, Volume XIII, no. 6 : December 2012; DOI: 10.5811/westjem.2012.8.12572
[Sangiorgi] Erus Sangiorgi, Emilio Minelli, Gabriela Crescini, Sandra Garzanti, “Fitoterapia”, C.E.A. Casa Editrice Ambrosiana (2007)
[Wood] Matthew Wood, “The Earthwise Herbal – A Complete Guide to Old World Medicinal Plants”, North Atlantic Books (2008)

A cura di Pierluigi Campidoglio

 

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