A Portoferraio, Isola d’Elba, gli alunni dell’Isis Foresi organizzano il corteo dello sciopero nazionale. Docenti, genitori, cittadini, presidi, bambini e bambine per dire “Stop al Genocidio”
Essere europei e rinunciare ad avere è l’immagine della crisi dell’Occidente, attualmente abbiamo più paura di perdere che essere; in piccola scala un po’ lo conferma anche il fatto che a Portoferraio siano stati gli studenti – per fortuna – a organizzare un corteo pro-Palestina nella giornata di sciopero nazionale indetta dai sindacati di base, facendo attenzione a non creare problemi al traffico, visti i rischi legati alle nuove normative che “disciplinano” il dissenso.
In questa giornata di protesta non è finito soltanto l’orrore della Striscia di Gaza e gli ottant’anni di diritti negati, il genocidio riconosciuto dall’Onu e il diritto alla determinazione di un popolo, dentro c’è tutta l’Europa e noi europei, con secoli di lotte per diritti e democrazie, perché possiamo lamentarci di molte cose che non funzionano, ma una su tutte va riconosciuta: siamo la più importante fucina democratica del pianeta, forse l’ultima, benché nell’ultimo secolo ci siano volute due guerre mondiali per capirlo, così come comprendere che la pace e la prosperità si fondano sulla non violenza, il diritto internazionale e la dignità della vita umana. Ecco perché, all’Elba, come nel resto d’Italia, era importante esserci oggi.
Basterebbe un’azione determinata del governo americano per far cessare lo sterminio, invece, il nostro alleato numero uno impone veti che frenano la risoluzione e minaccia il vecchio continente a colpi di dazi. Dall’altra c’è l’Oriente di Putin, che sconfina con droni e aerei da guerra per tastare la prontezza della Nato, ormai pronta tecnicamente all’eventualità di una guerra. Uno scenario a tenaglia dove rischiano di essere divelti i nostri valori gridati in corteo e su cui siamo certi si fondino le felicità dei popoli e delle Nazioni. Ecco perché è importante esserci, ecco perché è importante che i governi ascoltino e attuino ciò che finora – specialmente il nostro – non hanno avuto il coraggio di fare e di attuare anche a livello legislativo: dissociarsi e sanzionare chi commette crimini contro l’umanità. In un condizione di giudizio sospeso si è complici morali, e coloro i quali sono scesi in piazza oggi a Portoferraio, come nel resto d’Italia e d’Europa non vogliono esserlo. Non possiamo avere timore di affermare i nostri valori e arrenderci alla violenza della volontà di potenza, non è più tempo di tacere.


